15 ottobre 2010

Qui occorre ragionare

Il numero 24 del magazine IL edito dal Sole 24 Ore e in edicola da oggi propone, tra le varie storie di copertina, due interventi di approfondimento dal sapore ampio e di grande qualità. Danilo Zolo (a sinistra), insigne giurista e filosofo del diritto, che s'infila nei meandri della "giustizia sociale"; e l'intervista a cura di Marco Filonia a Marcel Gauchet (foto sotto), storico, filosofo e sociologo francese, che entra dentro a un altro grande tema, se volete anche di attualità, ma vecchio come la famosa notte dei tempi, ovvero "l'amministrazione della giustizia". Ora, chi intende affrontare tali argomenti con rigore sa perfettamente quanto siano complessi. Ne riprendo giusto un paio di passaggi. Zolo lo dice chiaramente. "Se per giustizia sociale intendiamo, in termini molto semplificati, l'impegno e la capacità di un ordinamento statale di garantire l'ugualianza giuridica dei sui membri, indipendentemente dalle loro condizioni economiche, dalla cittadinanaza formale e dal rango sociale, allora è agevole sostenere che nelle attuali democrazie occidentali la giustizia è morta e sepolta." E poi ancora. "Come ha sostenuto Alan Wolfe, nelle democrazie contemporanee esistono le strutture di un doppio Stato, doppio nel senso che accanto ad uno stato visibile esiste uno Stato invisibile, una sorta di sotofondo insondabile della vita democratica che ne pervertte gli strumenti e le finalità." 

Quando si parla di giustizia, si tirano in ballo tutti gli elementi che contraddistinguono lo stato liberale e di diritto e della "natura" stessa di democrazia. "E' una questione molto complicata dice Marcel Gauchet. In linea di massima direi che la democrazia è l'arte di gestire le contraddizioni. (..) Ma la democrazia non deve pretendere di sopprimere tali contraddizioni, piuttosco riconoscerne l'origine." 

Tutto qui, ora ritorno a gongolarmi nella rilettura dal manufatto patinato.

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