1 maggio 2010

Una breve considerazione sul Festival Internazionale di Giornalismo di Perugia

Metto giù al volo alcune impressioni sulla mia tre giorni a Perugia. E' la seconda volta che partecipo al Festival Internazionale di Giornalismo. Rispetto all'edizione 2009 la sensazione è stata di minori presenze e, complessivamente, di un'inferiore caratura di relatori ed incontri. Pur sempre l'iniziativa più  interessante inerente la professione giornalistica, celebrata dal vivo, in Italia. Il centro storico di Perugia è una vera bellezza. Incantevole. Mi è dispiaciuto, ad esempio, assistere a lunghe discussioni su quali siano o debbano essere le differenze tra un giornalista professionista e il cosiddetto citizen journalism. Non perchè non sia un tema interessante. Tutt'altro. E' che ha condotto, più di una volta, fuori tema in diverse sessioni. Così si rimane disorientati, perchè no, certamente delusi. Devo dire che è successo non a causa dei relatori quanto piuttosto per gli "interventi" dal pubblico, che in teoria dovrebbero essere domande. Ma va bene. Detto questo ci sarebbe tanto di cui scrivere.  Due cose porto con me. Una forte spinta a migliorare le competenze circa le nuove tecnologie, questo sì, è un messaggio che è arrivato forte e chiaro. Non sono un digital native tuttavia credo fortemente nello sviluppo della rete. Per questo ho già messo in agenda workshop formativi ad hoc da qui a fine anno, a partire da un corso  webmaster base. Partiamo dall'abc. E poi la regola aurea, la numero uno. Il giornalista, se intende svolgere bene la professione, deve percorrere l'ardua via dell'obiettività, che passa attraverso l'analisi e l'oggettività dei fatti e dei fenomeni che sono tutti, in qualche modo, misurabili, cronologicamente e non. Una strada dura, ma non impossibile in un contesto sociale e politco che "ci vuole" in ogni caso schierati, dunque in contrapposizione perenne. Serve, come in tutte le cose, volontà e allenamento. Deve esserci la tensione quotidiana, voler essere migliori nell'interesse generale . A questo proposito uno dei relatori che in tal senso mi ha più impressionato è stato  Fread Pearce (nella foto di Domenico Chiericozzi) considerato tra i migliori giornalisti scientifici di oggi. Con lui sono riuscito a scambiare due parole. Viaggia e studia, scrive benissimo. Conosce il mondo. Il suo ultimo libro, che è qui con me autografato ovviamente! è "Il pianeta del futuro. Dal baby boom al crollo demografico" Bruno Mondadori Editore,2010. Euro 20,00. Buon giornalismo a tutti! http://www.ijf10.org/it.

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